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    Un angelo custode per Paneveggio

    di il 21/04/2005 in Parco Naturale, Politica con Nessun commento

    “Tutti quanti abbiamo un angelo” [Ron, 1994] tranne gli amministratori del Primiero che, a detta del loro ex supremo, non ne hanno più bisogno per custodire, tra l’altro, il Parco di Paneveggio – Pale di San Martino [l’Adige, 2 aprile 2005].

    Il consigliere Depaoli, primo firmatario del disegno di legge 20 maggio 2004, n. 57 [Riforma dell’ordinamento dei parchi naturali], ritiene dunque superato il tempo del contributo dei tecnici competenti alla gestione dei beni socio-ambientali, giacché nell’era presente e viva della Margherita il potere sul territorio dev’essere prerogativa esclusiva dei politici incompetenti.

    Chiunque abbia frequentato le sedute del Comitato di gestione del Parco negli ultimi anni [o ne abbia letto i verbali] non può non essere stato colpito da un fenomeno paranormale: il “mutismo e la rassegnazione” dei rappresentanti delle amministrazioni comunali in seno all’assemblea, a cui hanno fatto da contraltare gli interventi spesso colti e appassionati dei membri delle associazioni [ambientalisti e cacciatori] e i pareri tecnici puntuali e spesso fin troppo neutrali dei delegati dei Servizi della Provincia.

    Fa specie che sia proprio il presidente maximo [part time con altre tre o quattro cariche istituzionali] del Parco per 12 anni, l’artefice di mille accomodamenti [il campo da golf nel Piano di Parco, l’apertura delle strade forestali alle doppiette, etc.], contro cui nessuno nulla ha potuto, a voler liquidare per legge quella sparuta delegazione di menti critiche e creative senza le quali anche il suo governo, stretta espressione e sintesi degli interessi territoriali, sarebbe risultato insipido…

    Il principio di sussidiarietà nella delega dei poteri non può essere applicato senza i principi di differenziazione e adeguatezza, e francamente il panorama locale è su questi aspetti desolato.  Nel borsino delle sedie da distribuire in seguito ad un’elezione amministrativa vittoriosa quella del Comitato di gestione del Parco è spesso il premio di consolazione dei terzogeniti… ma la questione più “scandalosa” è che quasi nessuna lista elettorale [anche in questa tornata] esplicita nel programma una sua visione, un progetto verso gli oneri e le opportunità rappresentate dalla presenza dell’area protetta entro il proprio Comune.

    Ogni 5 anni i sindaci che vincono pigliano tutto, rappresentano tutti [anche con il 32% dei voti] e riuniti in conferenza si assegnano e scambiano le figurine degli enti intermedi sul piatto: a me il Comprensorio, a te il Parco, a lui la Municipalizzata.
    Nell’elezione della Giunta esecutiva del Parco poi il criterio della proporzionale etnica campanilistica è l’unico seguito, senza guardare a competenze, esperienze, proposizioni… in questo modo viene promossa a “protagonista dello sviluppo del territorio” una classe dirigente spesso impreparata, inadeguata, “imbranata”.

    E il nostro consigliere provinciale, dal cappello dei favori da restituire ai suoi, ne tira fuori un’altra [art. 9, comma 3]: il direttore dell’Ente non sarà più un tecnico dalle provate competenze in ambito gestionale – naturalistico [e sottolineiamo naturalistico], assunto previa prova selettiva per titoli ed esami, ma sarà uomo di fiducia di quella giunta brancaleone di cui sopra, che avrà cura di escludere qualsivoglia soggetto che, orrore, sia forestiero o troppo dotato per i suoi standard.

    Una politica seria di “devolution” deve basarsi sulla reale capacità dei territori di esprimere  personale politico-amministrativo preparato, lungimirante e adeguato… altrimenti il risultato sarà quello di amplificare i risultati scadenti [la dittatura della mediocrità] che già oggi sono prodotti da meccanismi di delega obsoleti, che criptano le reali responsabilità dei rappresentanti comunali nei confronti di comunità o beni sociali/ambientali di più ampio raggio e più grande valore.

    Delude vedere la firma del consigliere Verde e democratico per l’Ulivo Roberto Bombarda sullo stesso DDL… viene da chiedersi se il sogno di costituire 6 nuovi parchi naturali provinciali e 6 nuovi parchi naturali fluviali (DDL 4 ottobre 2004, n. 77) valga la svendita dei nostri “vecchi” parchi dolomitici.

    Tutti quanti abbiamo un angelo, altrimenti chi tiene a bada il nostro diavolo?

    Daniele Gubert

    Sull'autore

    Sull'autore: Visionario irrequieto, spacciatore di tecnologie, ideatore di sinapsi. Sregolatamente rigoroso, kurioso, creativo eclettico indolente brillante-a-tratti. Indulgente indocile, rompicojoni deluxe, disincantato solo se necessario. Politico da strapazzo perché incapace di menzogna. [1972 - ] .

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