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    Discorso di insediamento a Tonadico

    di il 01/06/2000 in Tonadico con Nessun commento

    Signor Sindaco, egregi Consiglieri,

    mi sia concesso di esprimere grande soddisfazione per l’elezione in questo Consiglio di 5 membri della lista di minoranza, che finalmente potranno far sentire la voce di una rilevante parte della popolazione di Tonadico e San Martino che la maggioranza assoluta [ovvero totalitaria] della precedente amministrazione non ha mai rappresentato.

    È una vittoria per le forze libere del cambiamento, che questa volta sono riuscite a coagularsi ed arrivare al tavolo dei potenti, per esercitare quelle funzioni di controllo e contro-proposta che sono indispensabili in qualsiasi organo che si chiami democratico.

    È una vittoria che legittima chi ha vinto queste elezioni, perché ha potuto farlo in concorrenza con qualcuno, senza decreti a tavolino e possibili batti-quorum. che significato ha il vincere contro nessuno, o contro l’astensione?

    Ma è la Comunità intera a guadagnarci, perché si saprà presto se le scelte di spettanza di questo Consiglio saranno prese tenendo conto delle esigenze e delle aspirazioni di tutti, o se chi ha la forza dei numeri ne abuserà per fini di parte.

    Tutti possono sbagliare, e l’intelligenza degli uomini sta nel saper cogliere i segnali che ciò sta avvenendo. abbia quindi la maggioranza l’onestà intellettuale di riconoscere alla minoranza la ragione quando questa fosse evidente, nell’esercizio razionale e non emotivo del proprio potere.

    Purtroppo la passata campagna elettorale non è stata esempio di correttezza e fair play, con il nervosismo palpabile dei sostenitori della lista favorita che hanno demonizzato alcuni componenti della lista avversaria, il sottoscritto in particolare, accusandoli di essere guastatori di professione, minaccia allo sviluppo e al benessere, pistoleri sanguinari con licenza di bestemmiare e altre amenità.

    Il fatto poi di ribaltare la questione tra soggetto e oggetto di denigrazione e tirar fuori il cliché che “l’aggressione non paga”, come ha fatto il Sindaco in più di un’occasione pubblica, è a mio giudizio atto assai sgradevole di vittimismo politico, che ha dimostrato al contrario che l’aggressione, meglio se sotterranea, meglio ancora se attribuita al nemico, paga assai.

    Come membro di questo Consiglio mi auguro quindi che il futuro riservi discussioni più edificanti sui progetti e sui problemi, con valutazioni espresse sulla base di competenze, conoscenze e contenuti, senza il bisogno di assumere i ruoli puerili dell”offeso”, del “permaloso” o del “bastian contrario”, ammettendo la durezza dei toni se questa si accompagna alla lealtà democratica.

    D’altra parte anche il Sindaco Depaoli, quando non aveva un’opposizione, la pensava così.

    “Considero la dialettica politica uno strumento per costruire e non per annientare. Appare pertanto quanto mai evidente riportare ragionevolezza ed equilibrio del dibattito affinché siano affrontate con la massima serietà le vere questioni con cui la nostra gente si deve costantemente misurare.” Alto Adige, 17 ottobre 1998.

    Speriamo che il discorso valga ora che la dialettica, finalmente, c’è.

    Formulo a tutti i migliori auguri di buon lavoro, nel reciproco rispetto dei compiti che il voto del 14 maggio ci ha assegnato.

    Daniele Gubert

    Sull'autore

    Sull'autore: Visionario irrequieto, spacciatore di tecnologie, ideatore di sinapsi. Sregolatamente rigoroso, kurioso, creativo eclettico indolente brillante-a-tratti. Indulgente indocile, rompicojoni deluxe, disincantato solo se necessario. Politico da strapazzo perché incapace di menzogna. [1972 - ] .

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