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    Banda larga e mente stretta

    di il 19/11/2002 in Politica, Tecnologia con Nessun commento

    La vita nelle valli periferiche del Trentino è per molti aspetti più dura che in città, provare per credere… certo la qualità è diversa, la natura è più vicina, i servizi più lontani.

    Quante volte ho sentito amministratori montanari pianger merenda per le condizioni “svantaggiate” dei loro territori, reclamare sostegno e finanziamenti dalla madre di tutte le province per avere strade, acquedotti, palestre, medici senza frontiere.

    Ora tocca a me: “datecela larga!!!”

    La banda, sindaco, non il gruppo folcloristico (e neanche la pista nera).

    Trovo insopportabile che le valli siano così enormemente penalizzate rispetto ai centri urbani dai ritardi di penetrazione delle tecnologie di trasmissione dati a banda larga, in quanto non si tratta di soldi, ma di menti strette.

    Milioni di euro qua, milioni di euro là per raddrizzare qualche curva sullo Schenèr o fornire uno svincolo autostradale ogni 500 abitanti [si veda la tangenziale Mezzano-Imèr], ma sulle infrastrutture di comunicazione digitale neppure l’ombra di un progetto, di una comprensione dell’importanza strategica.

    Si calano le brache di fronte all’arroganza degli antennisti della telefonia mobile, si aspetta che il monopolio faccia i suoi conti sulla convenienza o meno di continuare a spremere sulle vecchie linee analogiche le tasche degli abitanti dei versanti…

    Ma perché negli sfigati paeselli di monte la tecnologia bisogna subirla e non usarla, crearla, interpretarla per superare le barriere e le difficoltà di comunicazione dovute al dominio dell’orografia?

    Mentre altrove si creano incubatoi d’impresa e d’innovazione, a Primiero si chiede agli operatori economici di comprare quote del crack delle società impiantistiche; e la grande s.p.a. pubblica multiservizio ha da recuperare il tempo perduto sullo smaltimento dei rifiuti prima di occuparsi di Internet, cable & wireless.

    Oggi si possono delocalizzare le produzioni leggere o immateriali, si può lavorare da casa, si può accedere a servizi pubblici in modo rapido ed efficiente, si può fruire di intrattenimento mediatico non monodirezionale…

    Si può risparmiare parecchio trasportando le idee ed i dati invece che le persone e le merci, in un sistema di sussidiarietà in cui i flussi sono orientati “da pari a pari” invece che secondo lo schema centro-periferia.

    Ma signori miei del secolo scorso, i figli li mandate a studiare nelle università di Padova, di Bologna, di Trento, o no? E quando questi si laureano, si specializzano, si masterizzano, che opportunità trovano sotto il campanile? Pensate anche al loro futuro, qualche volta, o quello che più conta è la strada che porta al vostro maso?

    :DTM. aka Daniele Gubert

    Sull'autore

    Sull'autore: Visionario irrequieto, spacciatore di tecnologie, ideatore di sinapsi. Sregolatamente rigoroso, kurioso, creativo eclettico indolente brillante-a-tratti. Indulgente indocile, rompicojoni deluxe, disincantato solo se necessario. Politico da strapazzo perché incapace di menzogna. [1972 - ] .

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