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    La sacra corona alpina

    di il 19/10/2000 in Parco Naturale, Politica con Nessun commento

    Nella sua imminente seduta il nuovo comitato di gestione del Parco Paneveggio – Pale di San Martino dovrà esprimere un presidente e una giunta che avranno la responsabilità di guidare l’ente provinciale nei prossimi cinque anni. La vecchia dirigenza politica da tempo ha unto i successori e indicato la via [o meglio, la seggio-via], mentre nel Vanoi si sterza col verde mandando all’aria i bilancini della sacra corona alpina. Pare dunque che per una volta i rappresentanti “esterni” di Mountain Wilderness e del WWF non saranno le uniche voci critiche di un comitato da sempre in mano agli interessi forti della valle con i delegati provinciali diretta emanazione di Ponzio Pilato.

    Da parte loro i Comuni primierotti hanno ben pensato di mandare persone a “controllare” il parco, non certo gente che nel parco crede. Sta proprio qui la divisione culturale che gli autoctoni purosangue amano rimarcare rispetto ai mulatti contaminati [dal sangue alieno della città]: il Parco non ha valore in quanto tale, bisogna invece gestire e spartire il Valore aggiunto che questo può portare all’offerta turistica della vallata e al benessere economico dei primierotti [i fiammazzi e i fassani sono avvertiti].

    La riserva integrale, la ricerca scientifica, il monitoraggio ambientale, le proposte culturali di spessore diventano effetti collaterali ingombranti di un turismo evoluto in cui non si crede più, intenti come si è ad ingrandire gli alberghi e standardizzare un folklore di bassa lega e a basso costo. L’Ente parco allora serve per portare a casa un bonus [garantito] di entrate dalla Provincia, per avere un timbro da mettere sul formaggio e le bustine dello zucchero [ma non sui cartelli stradali], per sistemare qualche amico disoccupato e mandare camionate di anziani a vedere le diapositive nei giorni di pioggia…

    Tutto così indispensabile che si dimentica che i parchi naturali sono in fondo un simbolo del rimorso latente dell’uomo verso il suo operato distruttivo dell’ambiente, recinti entro i quali si vuole confinare il bello perché ciò che sta fuori è sempre peggio. Un vero peccato che questo rimorso non muova le persone a vivere ed agire diversamente qui ed ora rispetto all’ambiente “qui ed ora”, non quello patinato e recintato. Un vero peccato che questo rimorso non sfiori nemmeno l’homo faber et “perifericus” che i silenti bookmaker valligiani garantiscono si installerà a Villa Welsperg.

    Sono cinque anni che Sergio Banchèr ha avuta promessa in dote la poltrona dal Grande Fratello, riuscirà la rivolta mediatica di un manipolo di hacker canalini ad illuminare l’assemblea dei placebo-man ad ammorsamento automatico?

    PS: Pillola rossa o pillola blu?

    :DTM. aka Daniele Gubert

    Sull'autore

    Sull'autore: Visionario irrequieto, spacciatore di tecnologie, ideatore di sinapsi. Sregolatamente rigoroso, kurioso, creativo eclettico indolente brillante-a-tratti. Indulgente indocile, rompicojoni deluxe, disincantato solo se necessario. Politico da strapazzo perché incapace di menzogna. [1972 - ] .

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